Annunciamo la vittoria per il bel Alessandro del premio "Whopper of the Year" o meglio, "Balla dell'Anno", grazie alle sue dichiarazioni su Boko Haram ed Ebola.
Come si legge infatti su africacheck.com
"An Italian politician claimed last year that Boko Haram controlled 60% of Nigerian territory and that “the remaining part [of the country] is Ebola”. Readers of Pagella Politica, Italy’s largest fact-checking website, voted the claim the “Whopper of 2014”.
Cosa disse Dibba? E perchè fu una balla colossale? Lo spiega proprio Pagella Politica (da cui Africa Check riprende l'articolo, traducendolo in inglese...perchè è giusto che nel Mondo sappiano chi abbiamo eletto e chi siano "i nuovi"):
"Alessandro Di Battista è vice presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei deputati e alla manifestazione "Italia5Stelle", tenutasi lo scorso weekend al Circo Massimo, ha dedicato il suo intervento alla politica estera. In particolare, parlando della Nigeria, Di Battista ha affermato che il 60% del territorio è in mano a Boko Haram, e il resto è afflitto dall'ebola. Questo dato, un po' bizzarro, sarà balzato subito all'occhio a chi si interessa di politica internazionale. Se fosse vero, considerando che il gigante africano si estende per oltre 920 mila chilometri quadrati, il gruppo jihadista controllerebbe un territorio grande quasi il doppio dell'Italia.
Breve storia di Boko Haram
Secondo quanto riportato dal prestigioso think tank Council on Foreign Relations, Boko Haram viene creato nel 2002 dall'imam Mohammed Yusuf nello stato nigeriano del Borno, collocato nell'angolo nord-orientale del Paese. Il gruppo, di ispirazione salafita, si chiama formalmente Jama'atu Ahlis Sunna Lidda'awati Wal-Jihad, ovvero "popolo dedicato alla diffusione degli insegnamenti del Profeta e della Jihad", meglio conosciuto come Boko Haram, che si traduce grosso modo in "l'educazione occidentale è peccato". Boko Haram ha visto una sempre maggiore radicalizzazione, dedicandosi alla lotta violenta allo Stato centrale a partire dal 2009. Gli analisti ritengono che da allora ci sia stato un crescente legame con altri gruppi qaedisti. Il gruppo, secondo gli esperti di Council of Foreign Relations, si sarebbe diviso in almeno 5 fazioni dopo l'uccisione del leader Yusuf da parte dell'esercito nigeriano. Tuttavia questo evento non ha ridotto la sua pericolosità: Boko Haram ha condotto numerosi attentati, ha ucciso circa 5.000 persone e portato alla fuga altre 300 mila. Secondo l'Economist (da cui è tratta la cartina a destra) il gruppo starebbe modificando le sue tattiche focalizzandosi non solo su azioni terroristiche ma anche sul controllo del territorio in cui opera, sulla falsariga di quanto sta facendo IS in Siria e Iraq.
Presenza sul territorio
E' lo stesso Economist a indicare le vere dimensioni del "fenomeno Boko Haram". I jihadisti avrebbero conquistato a inizio settembre la seconda città dello Stato del Borno, Bama, minacciando così la capitale dello stesso Stato, Maiduguri. Ma il gruppo controllerebbe direttamente "appena" 25 insediamenti urbani nel nord-est (grafico a destra, tratto dal Council on Foreign Relations).
Volendo allargare lo sguardo alle regioni che sono minacciate dai jihadisti, dal Congressional Research Service apprendiamo che il governo nigeriano ha decretato lo stato d'emergenza nei tre Stati di Borno, Yobe e Adamawa. Nonostante ciò, secondo il Nigeria Security Network, le attività del gruppo sembrano comunque ancora in parte concentrate nello Stato di origine (Borno appunto), di cui comunque non coprono neanche l'intero territorio, come si può vedere nella mappa in basso, tratta dal Washington Post.Non si vuole certo sminuire il raggio d'azione di Boko Haram, che sta effettivamente conquistando parti di territorio nigeriano ed ha compiuto attacchi terroristici nella capitale Abuja. E' inoltre il caso di ricordare che ha compiuto crimini che hanno avuto una eco internazionale come il rapimento delle 300 studentesse che ha provocato la campagna "BringBackOurGirls". Tuttavia bisogna distinguere l'ambito d'operazione dall controllo effettivo del territorio.
L'Ebola in Nigeria
Oltre a Boko Haram, Di Battista solleva lo spettro Ebola. Anche qui, l'esagerazione sembra aver preso il sopravvento sulla realtà dei fatti. Secondo il Centre for Disease Control and Prevention ci sono stati "alcuni" casi nella capitale commerciale Lagos e Port Harcourt. Ma nell'aggiornamento del 7 ottobre lo stesso Cdc informa che il livello d'allerta per il Paese è stato abbassato da 2 a 1 dal momento che tutti i casi segnalati sono finiti nel decesso del paziente o nel suo recupero. I casi attualmente sarebbero stati 20, di cui 8 decessi.
Questa settimana anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità si è espressa in maniera cautamente ottimista, indicando che qualora non si registrassero nuovi casi entro il 20 ottobre, dichiarerà ufficialmente contenuto il focolaio dell'Ebola in Nigeria visto che saranno passati 42 giorni dall'ultimo caso segnalato.*E se vai su Wikipedia?
Di Battista indica la sua fonte in Wikipedia (sorvoliamo sulla opportunità, di fronte a questione serie come queste, di consultare fonti decisamente più attendibili) e per amore di fact-checking verifichiamo anche quella. Alla voce "Nigeria" di Wikipedia in italiano "Boko Haram" non figura nemmeno, né si trova riferimento a quanto detto da Di Battista nella versione inglese del sito.Il verdetto
Non può essere che negativo. Di Battista presenta come ovvia e definita un'espansione territoriale di Boko Haram che è lungi dall'esserla. Il gruppo jihadista sta sì ampliando la sua influenza, ma non ha il controllo completo di nessuno Stato nigeriano, figuriamoci il 60% del Paese. L'Ebola, seppur presente, non è assolutamente così diffusa come pericolosamente va dicendo il deputato M5S. Moltissimo da correggere in questa affermazione: "Panzana pazzesca".P.S.: per ulteriori informazioni su Boko Haram consigliamo questo rapporto dell'International Crisis Group e questo Research Paper di Chatham House.___* Il 20 ottobre, successivamente alla pubblicazione di questa analisi, l'OMS ha dichiarato il Paese "Ebola-free"
@RebelEkonomist
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